Asfalti rimessi a nuovo a Safforze e nella zona artigianale del capoluogo: un’operazione portata a conclusione a costo zero grazie all’accordo con i privati.
«Grazie all’impegno dei nostri uffici, siamo riusciti ad ottenere da Telecom l’asfaltatura dell’intera corsia, e in alcuni casi dell’intera carreggiata, anziché la tradizionale copertura del solo tratto di scavo», spiega l’assessore alle manutenzioni, Biagio Giannone.
L’azienda di telecomunicazioni è infatti impegnata nella posa della fibra ottica in città e, grazie all’accordo con il Comune, si è accollata l’onere della riasfaltatura: «Il valore economico dei lavori, iva e oneri compresi, si aggira intorno ai 40mila euro, – spiega Giannone – spese che restano tutte in carico a Telecom».
In questi giorni, le bitumature hanno interessato una superficie pari a 4652,50 mq così suddivisi: 2150 mq in Via Safforze, 1050 mq in Via dell’artigianato, 752,5 in Via G. Bortotti, 350mq in Via Fiammoi e in Via Valerio Da Pos.
Inoltre, è stata interamente riasfaltata la pista ciclabile nel tratto da Safforze al confine con il comune di Ponte nelle Alpi; i lavori non sono poi finiti qua: «Prossimamente, le asfaltature interesseranno anche Via Barozzi e Largo Ugo Neri, per un totale di ulteriori 3000 mq», aggiunge Giannone.
«In tempi di difficoltà economiche per le casse dei comuni, soprattutto in tema di manutenzioni, è fondamentale trovare il sostegno dei privati. – conclude l’assessore – Con questo accordo, superati gli iniziali disagi, riusciamo a garantire tramite la società che ha posato la fibra ottica una connessione ultraveloce alle nostre famiglie e alle nostre imprese e, allo stesso tempo, un notevole risparmio economico per il Comune in termine di manutenzioni sui tratti di strada oggetto dei lavori».
Belluno, asfaltature a Safforze e in zona artigianale. Assessore Giannone: «A costo zero grazie all’accordo con i privati»
Rigenerazione urbana: chiesta la proroga per tre progetti
Belluno, 21 giugno 2018 – Viaggio «proficuo» quello di ieri a Roma dell’assessore alla rigenerazione urbana del Comune di Belluno, Franco Frison: al centro della spedizione, la richiesta a Palazzo Chigi di una proroga per i progetti esecutivi riguardanti l’ex Chiesa dei Gesuiti, Palazzo Crepadona e il Parco del Piave.
«Per questi progetti, siamo ancora in attesa dei pareri della Direzione Interregionale dei Vigili del Fuoco e della Commissione Tecnica Regionale decentrata presso il Genio Civile, che arriveranno entro fine giugno. – spiega Frison – Il termine per la presentazione dei progetti, però, è fissato ai primi di agosto, quindi ci sarebbe solo un mese di tempo per redigerli: ci sono anche altre richieste di questo genere a livello nazionale, che interessano circa il 10% dei progetti di rigenerazione urbana, e i funzionari di Palazzo Chigi ci hanno dato massima disponibilità ad accogliere la nostra domanda».
L’obbiettivo è quello di far slittare i termini per la presentazione di questi tre progetti ad ottobre; nel frattempo, complice l’insediamento del nuovo Governo, si attende ancora la nomina del segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla rigenerazione urbana, da cui dipende l’attività del gruppo di monitoraggio.
Al tavolo è stata presentata anche un’altra richiesta: «Abbiamo proposto la rimodulazione di alcuni aspetti economici legati ai progetti presentati dal Comune di Belluno. – spiega Frison – L’idea è di spostare delle risorse destinate ad alcuni altri progetti sulla riqualificazione della stazione: questo ci consentirebbe di intervenire non solo sul piazzale, ma di operare fin da subito anche su Via Dante, la principale via di accesso alla piazza. Anche questa richiesta sembra aver trovato una buona sponda negli uffici romani».
Allarme meteo fino a sabato sera
Venezia, 21 giugno 2018 – Il Veneto sarà interessato da condizioni di instabilità, con precipitazioni a carattere di rovescio e temporale.
Sulla base delle previsioni meteo, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile Regionale ha dichiarato lo Stato di Attenzione per possibili criticità idrogeologiche, dalle 14.00 di oggi alla mezzanotte di sabato 23 giugno, in tutti i bacini idrografici.
Dal pomeriggio di oggi sono previste condizioni di instabilità associate al passaggio di un sistema frontale, con rovesci e temporali che interesseranno dapprima le Dolomiti e successivamente si estenderanno alle Prealpi e dalla tarda serata/notte anche alla pianura.
Saranno possibili fenomeni anche intensi (forti rovesci, grandinate, forti raffiche di vento), più probabili tra Prealpi e pianura tra la sera di giovedì e la mattinata di venerdì; possibili quantitativi di pioggia localmente consistenti in corrispondenza dei fenomeni più intensi/persistenti.
Ancora vandalismo in città: imbrattate le vetrine del Bar Europa
Belluno, 22 giugno 2018 – E’ successo nella notte, ignoti hanno imbrattato le vetrate del Bar Europa nell’omonima via alle porte di Belluno con il lancio di bottiglie contenenti probabilmente olio esausto di motore.
L’intervento ai carabinieri è stato richiesto questa mattina alle 5.30 al momento dell’apertura del locale, che è gestito da un cittadino cinese. Circostanza quest’ultima che potrebbe configurare l’aggravante razziale di odio etnico.
Sono in corso le indagini dei carabinieri di Belluno
Assistenza sanitaria per i turisti in provincia: servizio attivo dal 1° luglio al 2 settembre
Belluno. Anche quest’anno è stato attivato il servizio di assistenza sanitaria di base per i turisti che soggiorneranno per la stagione estiva in provincia di Belluno.
Il servizio, attivo dal 1 luglio al 2 settembre, riguarda tutti i comuni del Cadore-Ampezzo-Comelico, dell’Agordino nonché, per la valbelluna, il Nevegal, il Comune di Val di Zoldo e Zoppè di Cadore e i Comuni dell’Alpago.
Il servizio riguarda sia prestazioni di assistenza primaria (quella usualmente svolta dal medico di medicina generale) sia di continuità assistenziale (ex guardia medica) ed è gestito grazie a specifici accordi con i medici di medicina generale.
Il turista che dovesse necessitare di prestazioni di tale tipo può quindi rivolgersi a uno dei medici di medicina generale aderenti negli orari dei rispettivi ambulatori o ai medici addetti al servizio di continuità assistenziale tutti giorni dalle 20.00 alle 8, i prefestivi dalle 10 alle 20 e i festivi dalle 8 alle 20.
Gestione dei centri diurni per persone con disabilità di Belluno: siglato il nuovo accordo con Società Nuova
Belluno. L’Ulss Dolomiti ha approvato il nuovo accordo contrattuale con la Cooperativa Società Nuova per la gestione dei centri diurni per persone con disabilità di Belluno.
L’accordo, stilato secondo le direttive regionali, prevede la differenziazione in tre livelli delle tariffe in base ai bisogni assistenziali. Ogni persona, quindi, avrà un piano di fruizione del servizio e di assistenza con numero e tipologia di operatori dedicati a partire dall’analisi del proprio profilo di gravità.
Il nuovo sistema, che partirà da agosto 2018 e coinvolgerà i centri “Acquarello”, “Borgo 77”, “Arte in parte” e “Intreccio”, vede accreditati 66 posti
I bisogni della persona con disabilità sono complessi. Una loro adeguata risposta richiede un’elevata personalizzazione dei percorsi e una forte capacità d’integrazione socio-sanitaria basata anche su soluzioni di natura istituzionale, gestionale, professionale e solidaristica, anche attraverso i rapporti con la comunità. La presa in carico, in un’ottica di globalità della persona, costituisce l’elemento fondamentale nella definizione e nella realizzazione di efficaci progetti d’intervento.
I centri diurni svolgono un importante ruolo all’interno dei servizi socio sanitari per la domiciliarità perché consentono lo sviluppo o il mantenimento delle abilità e la socializzazione, attraverso interventi a carattere educativo, assistenziale e riabilitativo.
Il nuovo progetto di gestione, strutturato accogliendo le disposizioni della DGR 740/2015 per quanto riguarda la mission, lo standard di personale e le attività proposte, documenta una buona qualità del servizio, basata su un’organizzazione modulare, ed è stato condiviso anche dal comitato dei familiari.
Ivan Centa a rappresentare l’Italia del volo libero alla “X-PYR” 2018. Difenderà i colori dell’Italia attraversando i Pirenei, in 567 km di coast to coast potendo contare solo sulla forza delle sue gambe per salire e sull’amato parapendio per spostarsi in volo
Una sfida durissima: attraversare la catena montuosa dei Pirenei per tutta la loro lunghezza, partendo dalla spiaggia oceanica di Hondarribia (golfo di Biscaglia – Paesi Baschi), per arrivare alla spiaggia mediterranea di Port de la Selva (Catalogna). È la X-Pyr, la competizione internazionale di hyke&fly che prenderà il via domenica 24 giugno e impegnerà gli atleti in gara in un percorso terrestre e aereo tutto snodato tra Francia e Spagna.
A difendere i colori dell’Italia ci sarà il feltrino Ivan Centa (Para&Delta Club Feltre) accompagnato da Simone Canal e Andrea Conci che gli daranno supporto logistico e assistenza da terra. In gara dall’Italia anche il trentino Daniel Perger.
40 i concorrenti provenienti da tutto il mondo, 567 i chilometri da percorrere in linea d’aria, ma diverse migliaia quelli di dislivello da coprire a piedi per conquistare i punti di decollo buoni per prendere e mantenere quota il più a lungo possibile e spostarsi avanti nel tracciato.
Una gara di resistenza, fisica e psicologica, dove fondamentale è il coordinamento tra il pilota in volo e la squadra di supporto logistico da terra. “Lo sforzo fisico, ovvio, sta all’atleta in gara, – spiega al telefono Ivan Centa, arrivato oggi in Francia – ma credetemi, il supporto tecnico dagli assistenti a terra è fondamentale per individuare le soluzioni di percorso, la sicurezza e avere idea dell’andamento complessivo della gara.”
“Sarà una sfida durissima – racconta Ivan, impegnato nei primi sopralluoghi in Francia – i piloti qui sono fortissimi, la maggior parte sono professionisti. Io comunque mi sento in ottima forma, mi sono allenato e preparato a dovere e ce la metterò tutta. Già completare il percorso nei tempi sarà un risultato grandioso, poi tutto quello che conquisterò in più sarà il benvenuto.”
Per sapere quando terminerà la X-Pyr bisognerà di fatto attendere, due infatti i modi in cui la gara potrà giungere a chiusura: se il meteo garantirà buone condizioni di volo si attenderà il primo pilota in gara che taglierà la linea di goal; da quel momento scatteranno 24 ore di tempo al termine delle quali la gara sarà considerata conclusa, indipendentemente dalla posizione dei singoli piloti.
Oppure, se le condizioni non saranno favorevoli, varrà la regola dei 10 giorni, passati i quali saranno rilevate le posizioni dei piloti e i relativi tracciati delle distanze coperta.
L’hike&fly è una disciplina che unisce due attività outdoor tipiche della montagna: lo speed hiking, ovvero la versione dinamica e veloce del classico escursionismo, e il parapendio, che permette agli atleti di coprire chilometri in aria.
Nel caso di una competizione il percorso è tracciato dal direttore di gara e dal suo staff e, come nel caso del cross-coutry che abbiamo imparato a conoscere lo scorso anno grazie ai mondiali MoneAvena2017, richiedere il raggiungimento e l’aggiramento di boe in punti precisi. I piloti sono costantemente monitorati grazie a dispositivi di tracciamento in tempo reale (live tracker). Nel caso delle competizioni hike&fly, i punti boa, ovvero i passaggi obbligatori, sono posizionati sia in aria che a terra, generalmente in valle con conseguente obbligo per gli atleti di affrontare la risalita del dosso montuoso per raggiungere il punto di decollo.
Due giorni di intensi controlli dei carabinieri a Feltre. Arresti per droga convalidati dal giudice
Feltre, 22 giugno 2018 – Tra ieri e oggi i carabinieri della Compagnia di Feltre comandati dal capitano Angelo La Chimia, supportati dal Nucleo operativo di Belluno diretto dal maggiore Marco Stabile, hanno eseguito una serie di controlli nel territorio feltrino, al fine di prevenire i reati in materia di sostanze stupefacenti e contro il patrimonio. Sono state impegnate un totale di 20 pattuglie e 40 uomini, concentrati soprattutto nei luoghi più a rischio come la Stazione ferroviaria, le aree industriali e i parcheggi, con servizi diurni e notturni.
Nel corso delle operazioni, sono stati arrestati alcuni giovani trovati in possesso di sostanze stupefacenti:
M.S. classe 1996 di Feltre, in possesso di 60 grammi di hashish, 6 grammi di cocaina e 12 grammi di morfina.
Insieme a lui, al volante della Ford Fiesta fermata dai carabinieri della Stazione di Arsié nella prima mattinata di ieri, lungo la Statale 50bis, c’era C.B. classe 1998 di San Zenone degli Ezzelini, denunciato in stato di libertà, perché trovato in possesso di 20 frammenti di carta “a francobollo” intrisi di allucinogeno Lsd. E un terzo passeggero, C.D.B. una ragazza feltrina classe 1993 segnalata alla Prefettura perché trovata in possesso di una piccolissima quantità di Morfina. Il ragazzo feltrino, dopo le formalità di rito è stato accompagnato presso la propria abitazione agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato convalidato questo pomeriggio dal giudice, con obbligo di dimora nel Comune di Feltre.
Nel corso dei controlli è stato arrestato anche un cittadino di nazionalità albanese A.C. classe 1984 perché è risultato che doveva scontare una pena definitiva complessiva di 2 anni e tre mesi e 19 giorni per vari reati, rapina, lesioni, furto e ricettazione, commessi tra il 2012 e il 2014 nelle province di Lucca e Pistoia. L’uomo dovrà scontare la pena presso il proprio domicilio.
I controlli hanno consentito di identificare in due giorni oltre 200 persone e 180 veicoli in transito nelle principali arterie del Feltrino.
Nuova ondata di forte maltempo nella notte a Feltre. Il sindaco Perenzin chiede lo stato di crisi: “Finanziato il progetto per Villabruna, acceleriamo per arrivare all’esecuzione dei lavori entro il 2019”
Feltre, 22 giugno 2018 – La parte nord-est del territorio comunale di Feltre è stata interessata la scorsa notte da un temporale di forte intensità che ha causato disagi, allagamenti a scantinati e garage e alcuni danni. Le zone più colpite sono risultate quelle comprese tra le frazioni di Villabruna, Arson e Lasen. A Villabruna, in particolare, l’acqua scesa in paese ha invaso i seminterrati di alcune abitazioni ed esercizi commerciali. Un canale è esondato anche ad Arson, mentre a Lasen del materiale è sceso lungo via Rodoloi; gravi conseguenze anche alla strada sopra l’abitato, in località Mutten; allagato un tratto di via Salgarda, con danni alla strada vecchia di Arson che serve alcune abitazioni.
Tecnici e operai del Comune sono usciti con pala meccanica, spazzatrice e camion per la rimozione dei materiali danneggiati di primo mattino, soprattutto nella frazione di Villabruna. Ripristinata in breve tempo la viabilità ordinaria, mentre sono proseguiti più a lungo i lavori di spostamento dei materiali e di messa in sicurezza della zona e per tutto il giorno quelli di ripristino della strada vecchia di Arson.
E proprio la frazione di Villabruna, che vive una situazione di fragilità idrogeologica emersa nel giugno del 2016, è al centro, in particolar modo, dell’attenzione dell’amministrazione comunale, che ha contattato immediatamente la proprietà di alcuni terreni a monte dell’abitato, con cui da tempo è in atto un dialogo per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e per l’eliminazione di eventi come quello verificatosi nelle scorse ore.
“ Non minimizziamo quanto accaduto stanotte, commenta il sindaco di Feltre Paolo Perenzin; dall’evento del 2016 si sono susseguiti purtroppo altri fatti del genere, anche se fortunatamente meno gravi, e capiamo il disagio degli abitanti. Stiamo però lavorando per accorciare il più possibile i tempi che porteranno ad una soluzione del problema, noto e dibattuto – anche negli incontri frazionali- da tempo. Lo scorso 24 maggio è stato approvato il finanziamento di 500 mila euro, a valere sul Fondo per i Comuni di Confine, che consentirà di realizzare la condotta di scarico delle acque. Puntiamo ad accelerare il più possibile l’iter per arrivare all’esecuzione dei lavori entro il 2019”.
E oggi la proprietà della maggior parte dei terreni a monte dell’abitato di Villabruna ha confermato la disponibilità a realizzare in proprio conto le opere di scolmatura, le fossi di guardia e gli argini che consentiranno poi di far convogliare le acque superficiali, appunto, nella nuova condotta comunale. Una soluzione “combinata” che dovrebbe ridurre sensibilmente – se non eliminare del tutto – il problema.
“Resta il tema di un territorio, quello del comune di Feltre – fragile e dalle molte criticità, come testimoniano anche gli eventi di questi giorni”, conclude il sindaco Perenzin. “Siamo tuttavia impegnati in una politica di medio e lungo respiro per la mitigazione dei rischi idrogeologici, che rappresenta una delle assolute priorità del nostro mandato”.
Il Comune, parimenti a quanto accaduto dopo l’ondata di maltempo e la grandinata dello scorso 12 giugno, ha deciso di chiedere alla Regione del Veneto lo stato di crisi.
Maltempo, allagamenti. Vigili del fuoco impegnati nella notte nel Feltrino
Feltre 22 giugno 2018 – I vigili del fuoco del distaccamento di Feltre e della sede centrale sono intervenuti la scorsa notte per il maltempo che ha interessato i Comuni di Feltre e Cesiomaggiore.
Sono stati svolti una decina di interventi per danni d’acqua, prosciugamenti o danni stradali sempre dovuti alle forti piogge.
Oltre alle squadre permanenti sono intervenuti anche i Volontari di Feltre e di Belluno.
Vola in parete sul Lagazuoi, grave un alpinista
Cortina d’Ampezzo (BL), 22 – 06 – 18 Attorno alle 19 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è stato inviato sul Lagazuoi, dove uno scalatore era volato per una trentina di metri. Primo di cordata, l’alpinista era caduto per il cedimento di un appiglio.
Dopo averlo individuato, l’eliambulanza ha sbarcato in parete con un verricello il tecnico di elisoccorso, per poi imbarcare la compagna dell’uomo, illesa, e trasportarla a valle. L’elicottero di Bolzano ha quindi concluso l’intervento, recuperando sempre con un verricello il tecnico e il ferito.
Il rocciatore è stato accompagnato all’ospedale di Bolzano con un probabile grave politrauma.
The Groove Machine, mercoledì sera all’Osteria Dal Bocia di Belluno
Hanno suonato con i grandi artisti internazionali, da Lenny Kravitz a Ben Harper, dai Limp Bizkit a Zucchero e Police, hanno girato il mondo e riempito gli stadi.
Sono quattro musicisti di altissimo spessore, insieme formano i The Groove Machine e mercoledì 27 giugno dalle ore 20.30 alle 22.30 saranno a Belluno. Suoneranno nella terrazza dell’Osteria dal Bocia, noto locale del capoluogo, affacciato sul salotto buono del centro storico, per un concerto eccezionale offerto alla città. Ma anche ai turisti, ai visitatori e alle centinaia di persone attese da tutto il Nord Italia. Lo scenario sarà incantevole, nel cuore antico della cittadina dolomitica, con la corona di montagne a fare da cornice.
Grazie alla collaborazione con l’Unisono di Feltre, il locale è riuscito a portare la band a Belluno per una serata di grande qualità.
THE GROOVE MACHINE. Loro sono William Nisi, al sassofono, Michele Bonivento alle tastiere, Davide Pezzin al basso e Davide Devito alla batteria. Un quartetto sulle scene ormai da diverso tempo, nato dalla forte volontà di proporre al pubblico un repertorio di musica originale e brani conosciuti della tradizione soul funk e jazz di vari periodi. In scaletta si troveranno quindi grandi classici internazionali presentati in chiave funk soul jazz come “Thieves in The Temple” di Prince, “Road Song” di Wes Montgomery, “Summertime” di Gershwin, “Cantaloupe Island” di Herbie Hancock e molti altri. Tra gli originali spiccano brani ricchi di energia come “Rasta Cat” di Bonivento, “Groovemakers” e “Step Girl” del sassofonista Nisi. Difficile rimanere seduti con la loro travolgente musica e la loro energia.
I curricula dei quattro artisti sono infiniti e annoverano collaborazioni con Korn, Lee Ryan, R.E.M., Ben Harper, Limp Bizkit, Renato Zero, Luciano Ligabue, Lenny Kravitz, Alanis Morisette, Police, per i quali Pezzin ha fatto da supporter ai concerti. Pezzin, inoltre, è l’attuale bassista di Luciano Ligabue e Cristiano De Andre’. Devito ha lavorato con Antonella Ruggero, Alexia, Zucchero e Cristiano De Andrè, per citare una minima parte delle sue collaborazioni importanti. Bonivento ha dalla sua live con artisti prestigiosi del calibro di Dana Gillespie, Joyce Yuille, Ronnie Jones e Tino Gonzales mentre William ha spaziato tra Jay Rodriguez, Marcello Tonolo, Francesco Bearzatti, Maurizio Caldura, Francesco Bearzatti, Robert Bonisolo, Alan Farrington, Mauro Beggio, Marc Abrams e tanti altri.
Al suo tredicesimo appuntamento, insomma, la rassegna “Belluno City Jazz Festival” dell’Osteria dal Bocia estrae dal cappello uno degli assi di questa prima edizione, puntando ad imporsi sempre di più nel panorama musicale del Nord Est come cartellone di concerti jazz di alta qualità, in grado di riunire nomi internazionali e di richiamare appassionati da lontano. Come il grande Scott Hamilton, altro ospite d’eccezione di questa edizione, musicista di fama mondiale che sarà a Belluno il 4 luglio con il suo quartetto. Presto maggiori informazioni.
Concerto gratuito. Per prenotare i tavoli è gradito telefonare con giorni di anticipo.
Pagina Facebook: Osteria dal Bocia. Numero di telefono: 349 728 0330.
Federico D’Incà (M5S) rinuncia all’indennità di carica: “Ecco quanto faccio risparmiare alla Camera, vediamo se i i colleghi di maggioranza e opposizione faranno la stessa operazione”
187 mila euro. È questa la cifra che il deputato veneto del Movimento 5 Stelle farà risparmiare alla Camera nel corso della Legislatura: il parlamentare bellunese ha rinunciato all’indennità di carica che gli spetta in seguito alla nomina a Questore della Camera.
Questa indennità è di 3.117,69 euro al mese: “Farò risparmiare alla Camera 187 mila euro e rinuncio quindi personalmente a 106 mila euro che mi spetterebbero nel corso dei 5 anni per la carica che mi è stata affidata – sottolinea D’Incà – credo che questo sia il modo più concreto di rispondere ai tanti cittadini che chiedono alla politica un cambiamento fatto di esempi concreti”.
“Nella passata Legislatura – ricorda il deputato veneto – avevo restituito, mettendoli a disposizione del fondo per le piccole imprese, oltre 190 mila euro euro. Anche in questa legislatura il M5S continuerà a dare prova di onesta e trasparenza, combattendo gli sprechi e andando a tagliare i privilegi della politica”.
Camera e Senato risparmieranno complessivamente 4 milioni e 328 mila euro grazie alla rinuncia alle indennità aggiuntive dei portavoce del Movimento 5 Stelle.
“Mi domando – conclude D’Incà – se anche i colleghi di maggioranza e di opposizione vorranno fare la stessa operazione di onestà del M5S, rinunciando alle proprie identità di carica. Sarebbe un ottimo esempio con cui iniziare questa nuova Legislatura”.
Matinée con vista sulle Dolomiti. Silvia Tessari, musicista di fama internazionale, domenica mattina all’Osteria dal Bocia
Belluno – La cittadina dolomitica sforna talenti e li coltiva. Domenica 24 giugno dalle 11.30, nell’ambito della rassegna concertistica “Matinée”, sarà ospite sulla terrazza del noto locale di piazza dei Martiri, l’artista di fama internazionale Silvia Tessari.
Nata ad Agordo 34 anni fa, diplomatasi al conservatorio di Padova a soli diciassette anni con il massimo dei voti, Tessari è un talento del pianoforte. Ha coltivato il suo virtuosismo formandosi con maestri noti come Giorgio Lovato, Shelley, Martinez Mehner, Bogino, Canino e Slesarev e ha ottenuto con il massimo dei voti il diploma di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Premiata in numerosi concorsi in Italia, borsista al Mozarteum di Salisburgo, al festival wagneriano di Byreuth e all’AB Festival of Music di New York, è stata anche selezionata per esibirsi come solista e camerista nel prestigioso Encuentro de Musica y Academia di Santander nelle stagioni 2012 – 2013.
Sue esecuzioni sono state trasmesse dal programma radiofonico Classic Shock, da Radio Vaticana e in diretta streaming sulla piattaforma Classic Planet. Ha tenuto recital in tutta Italia e ha partecipato alla tournée mondiale dei vincitori di Ibla Grand Prize 2017 in Asia e Usa.
Domenica sarà ospite d’onore del “Matinée”, rassegna del noto locale di Belluno dove si esibiscono ogni settimana grandi nomi del panorama jazz e classico nazionale e internazionale. Una sala concerti del tutto originale, affacciata sul salotto buono del capoluogo e con le Dolomiti patrimonio Unesco a fare da cornice. Il programma prevede la “Ballata n.1 op.23” di Chopin, “Gretchen am Spinnrade, Auf dem Wasser zu singen, Erlkoenig” di Schubert – Liszt, “San Francesco d’Assisi, la predica agli uccelli”, “San Francesco di Paola cammina sui flutti” e “Rapsodia ungherese n.6” di Liszt e “L’isle joyeuse” di Debussy.
Inizio concerto alle 11.30.
Cena per Emergency, sabato alla Pro Loco di Busche
Emergency gruppo di Belluno informa che anche quest’anno si terrà la consueta cena “Fuori di Festa”, sabato 30 giugno, sul lago di Busche (Cesiomaggiore), presso la struttura della pro loco.
La cena avrà inizio alle 19.45 ed è su prenotazione. Menu, anche vegetariano, è composto da antipasto, due primi, un secondo e dolce; il prezzo è di 25 euro bevande comprese, 12 euro per i bambini fino a 10 anni.
Prima del dolce, ci sarà un intermezzo teatrale dal titolo “Il Re Mangione”, del duo “Raccontami” di Giorgio Dell’Osta Uzzel e Andrea Catania.
Il ricavato al netto delle spese sarà devoluto a sostegno del Centro Chirurgico per vittime di guerra a Lashkar-gah (Afghanistan) dedicato a Tiziano Terzani.
Per prenotazioni e informazioni 327 792 2636
Sentieri di Pietra, Valbelluna tra geologia e leggende a cura di Manolo Piat, geologo
Sabato 30 giugno 2018 – DA SASS MUSS ALLA LEVADA
Il Cordevole, principale affluente del Piave, è sicuramente meno blasonato del suo “fratello maggiore”. Eppure lungo il suo corso si sono scritte importanti pagine di storia locale e sono fiorite numerose leggende.
Ma anche un passato più lontano, quello geologico, ha lasciato evidenti tracce che permettono a un occhio attento di ricostruire l’evoluzione del nostro territorio, da quando in Valbelluna nuotavano i delfini fino ai giorni nostri, passando per le fasi glaciali e il sollevamento delle Dolomiti. Non a caso, proprio a questi luoghi Tommaso Antonio Catullo dedicò molte delle sue ricerche, contribuendo così all’evoluzione di una scienza, la geologia appunto, che all’epoca era ancora in fasce. Ritrovo alle ore 15.00 al parcheggio di Ponte Mas e successivo trasferimento in auto a Sass Muss (ex Chimica Sospirolo). Percorso facile, lungo tratti asfaltati e sentieri pianeggianti, si consigliano comunque calzature adeguate (scarponi, pedule) per eventuali tratti fangosi e scivolosi, oltre a una breve passeggiata sulle ghiaie del Cordevole. Durata di circa 2 ore e 30, soste incluse.
Sabato riapre il Forte Monte Ricco di Pieve di Cadore
La mostra contiene anche una significativa sottosezione dedicata ad un altro progetto DC: Tiziano Contemporaneo.
La mostra è in corso di costruzione: gli artisti, da oltre un mese, di avvicendano nella Residenza che la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore ha attivato e sostiene a Pieve di Cadore.
Artisti in mostra: Marta Allegri, Michele Bazzana, Andrea Bianconi, Michele Bubacco, T-Yong Chung, Irene Coppola, Ilaria Cuccagna, Fabiano De Martin Topranin, Barbara De Vivi, Hannes Egger, Chiara Enzo, Enej Gala, Andrea Grotto, Evelyn Leveghi, Stefano Moras, Marta Naturale, Penzo e Fiore, Nazzarena Poli Maramotti, Marta Spagnoli, Cristina Treppo, Caterina Erica Shanta, Luka Sirok, Francesco Zanatta, Christian Maunuel Zanon.
La Residenza di Brain-tooling a Pieve di Cadore. Cos’è una Residenza?
La Residenza è l’Istituto principale su cui si basa la pratica di DC. La Residenza non equivale a un letto e ad una cucina. E’ la volontà, e la capacità, di portare persone e soggetti dall’esterno sul territorio al suo interno, in modo tale che essi lo possano conoscere ed esplorare. Le Residenze DC ospitano, ogni anno, centinaia di artisti, architetti, designer, filosofi, antropologi, scienziati, paesaggisti, alpinisti, ecologi, economisti, e via dicendo.
Queste persone sono diverse tra loro: intellettuali affermati, sperimentatori creativi, giovani artisti, professionisti della cultura e della scienza, esperti di montagna, ricercatori universitari, curatori e collezionisti.
In Residenza essi si conoscono, si mescolano. Tutti sono motivati rispetto all’obbiettivo della rigenerazione culturale di un Bene sepolto, che intendono nel suo valore reale.
A Pieve di Cadore, nel 2017, la Fondazione Centro Studi Tiziano Tiziano e Cadore ha deciso di attivare e sostenere una Residenza, all’interno della Casa del Volontariato e della Montagna.
La Residenza è servita, lo scorso anno, ad ospitare gli artisti che hanno lavorato a Pieve di Cadore per costruire Fuocopaesaggio, la prima mostra collettiva pensata da DC per il Forte di Monte Ricco.
Altri giovani, musicisti e convegnisti, ospiti della Fondazione duranti gli eventi estivi che essa promuove, sono stati alloggiati in questa casa, che è dotata di una cucina.
Anche quest’anno, la Residenza è operativa. Gli artisti di Brain-tooling continuano a usufruire di questa ospitalità. In tal modo, passando un periodo a Pieve di Cadore, conoscono le persone e le cose. Conoscono le Dolomiti e le Marmarole (gli diamo sempre una mappa del nostro partner Tabacco). Conoscono le persone (una ventina le ditte e aziende che ci aiutano a realizzare le opere). Frequentano i locali. Conoscono i cibi, le ricette, le piante e gli alimenti del Cadore. Stabiliscono rapporti con gli enti. Visitano le Chiese e i Musei. Imparano ad arrampicare. Conoscono i luoghi natali di Tiziano Vecellio. Conoscono e frequentano Batteria Castello, il secondo Forte del colle di Monte Ricco, che un giorno sarebbe bello veder restaurato, per trarne magari una foresteria, ripristinando le officine di Romano Tabacchi, per poter cuocere ancora le ceramiche, e fare il lavoro fabbrile. Con un bar: che tutti vogliono salire al colle, ma non ci possono rimanere, e un bar in Batteria sarebbe straordinario, e funzionerebbe senza dubbio.
Molte delle opere realizzate per questa mostra, sono state create grazie alla Residenza. Gli artisti sono italiani, sloveni, coreani. Hanno gli studi e le Gallerie in Italia, in Germania, in Belgio, negli Stati Uniti d’America, e via.
Tutti artisti bravi, la cui ricerca e qualità sono note in Italia a chi s’occupa d’arte, selezionati avvedutamente dai curatori. Stanno lavorando nel paese di Pieve, nel territorio, e dentro al Forte. Da un mese circa, avvicendandosi in residenza, installano, dipingono, fanno interviste, coinvolgono persone, realizzano video e film, di giorno e di notte, direttamente nel Forte, che è un dunque cantiere dell’arte, cioè dell’esplosione plastica dell’idea. Poi vanno a Lagole, e fanno il bagno tra i lucci del Lago di Centro Cadore, e conoscono Col Vaccher, ed esplorano tutto, riposando poco e lavorando molto, e le loro visioni e impressioni e idee si fissano sui medium artistici, e il 30 giugno potremo veder tutti gli esiti di questa ricerca accurata, che ha visto gli artisti immergersi nel territorio e farlo lavorare, stabilendo relazioni molteplici con esso.
Perchè una mostra d’arte contemporanea non è una rassegna di oggetti immobili in una serie di sale vuote da riempire.
E’ invece un dispositivo relazionale, come abbiamo detto, un insieme di rapporti di senso e di relazioni coltivate, che porta sul territorio gli sguardi dell’artista-coltivatore, arricchendolo di una serie di connessioni di senso nuove, che indagano le cose che ci sono con uno sguardo profondo e franco.
L’arte non serve a riempire il Forte, le sue pareti. L’arte non ha una funzione decorativa. La sua funzione è strutturale, come sempre accade per le manifestazioni dello spirito, dell’ingegno, della creatività dell’uomo che esplora, che cerca, che discute e intavola sul valore di cose ed esperienze.
Vi invitiamo tutti dunque, sabato 30 giugno, a venire a scoprire il mondo di Brain-tooling e di Tiziano Contemporaneo, che è un mondo reale, carico, pieno. In cui la mente (degli artisti) ha arrampicato lo Spazio di Pieve di Cadore, attrezzando un’altra parete della cultura, una parete nella quale troverete vie classiche e sportive, vie lunghe e tiri duri secchi, bouldering e free-solo. Perchè DC è una pratica d’arrampicata e alpinismo culturale, che scala l’ambiente e il Paesaggio, trasformandolo, ogni giorro, in sé stesso, e vivificandone la luce, nell’impegno della ricerca, nella forza dell’idea, che è la manifestazione della concretezza dell’immaginazione e dello spirito.
Gianluca D’Incà Levis
La Residenza di Brain-tooling a Pieve di Cadore. Un discorso semplice in tre risposte:
Che cosa sono l’arte e la cultura. Cos’è una mostra di Dolomiti Contemporanee. Cos’è una Residenza
Cosa sono l’arte e la cultura?
Dolomiti Contemporanee sta lavorando alla messa a punto della mostra collettiva d’arte contemporanea che, sabato 30 giugno, riaprirà stabilmente il Forte di Monte Ricco.
La mostra, che vede all’opera 25 giovani artisti italiani e stranieri, rimarrà allestita fino al 30 ottobre prossimo (orari su www.dolomiticontemporanee.net e sui websites degli enti gestori, Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Museo dell’Occhiale).
Ora, vorremmo dir due parole, per una volta in modo semplice, che le possano leggere e capire tutti o quasi (chi non c’è non c’è), su cosa sia una mostra d’arte contemporanea, rispetto alla progettualità culturale che Dolomiti Contemporanee costantemente intavola sul (e NEL, e CON IL) territorio.
Una mostra può essere qualsiasi cosa. Una cosa buona, o cattiva. Una cattiva mostra non è solo una cosa inutile: è anche potenzialmente dannosa, a livello formativo, della coscienza critica.
Quando una mostra è brutta e cattiva? Semplicemente, quando non è fatta bene. Quando gli artisti e i curatori invitati non sono bravi e correttamente motivati: a instaurare relazioni profonde e autentiche tra gli enti, mondani ed extramondani: tra le cose e il senso delle cose; tra le cose e le persone; tra le persone e le persone. Mica basta chiamarli artisti. Mica basta chiamarle mostre, o Biennali. E’ pieno il mondo di mostre pessime, di Biennali insulse, di artisti scadenti.
Come si fa a capire se una mostra è buona, chiede Berto? Benedetto figliolo: come fai tu a capire se un pomodoro è buono, gli chiediamo noi?
Basta vederlo, e assaggiarlo, dice lui, no?
Bene, questo è giusto.
Diciamo allora che il pomodoro è (apparentemente) facile da capire: non occorre saperlo coltivare per poterlo mangiare. E però, il pomodoro c’è perché qualcuno l’ha saputo coltivare.
Diciamo quindi a questo punto, che la cultura non è un pomodoro al consumo, ma una pratica del senso: una buona pratica.
Stiamo dicendo quindi che un conto è mangiare, e un conto è coltivare.
Se un bravo contadino non coltiva bene il pomodoro, il consumatore non lo mangerà mai, o mangerà un pomodoro cattivo (ammesso che sappia rendersene conto).
Ecco dunque una differenza, elementare e importante, che ci chiarisce come la cultura sia una forma di coltivazione particolare, che esige, anche nella fruizione, un impegno (o una sensibilità) superiore a quella del consumatore acritico (poco o per nulla interessato alla qualità delle cose).
Il “consumatore dell’arte”, per poter mangiare questo frutto, non può ridursi a mero consumatore passivo, ma deve farsi fruitore attivo. Deve, in qualche misura, partecipare anche lui alla semina, alla coltivazione.
Infatti, una persona interessata alle cose non è uno spettatore, cioè un ente passivo che guarda, come si fa per la televisione dal divano.
E’ invece un soggetto interattivo, che osserva la sensibilità altrui attraverso la propria, e in tal modo partecipa costruttivamente ad un processo di conoscenza.
Perché lo fa? Perché è presente: è interessato. E perché alcuni sono interessati e altri no, a determinate cose? Per diversi motivi, ma tutti legati, in primis, ad un impegno ed interesse personale, e ad un istinto di conoscenza, più o meno profondamente coltivato. E alla volontà di non accontentarsi di un prodotto qualunque, ma di cercarne, appunto, uno buono.
Se parliamo di arte e cultura infatti, fermo restando che la dotazione di sensibilità è cosa soggettiva e necessaria, alcuni individui risultano più sensibili, più attenti, più interessati di altri alle cose del mondo, e alla loro qualità intrinseca. Altri invece sono distratti: guardano la televisione. L’esercizio, l’impegno, nella valutazione dell’oggetto e del suo profilo di qualità, è determinante.
Ma, a questo punto, ci domandiamo: c’è poi tutta questa differenza tra l’arte e il pomodoro? Anche lì, in realtà, c’è da scegliere. C’è chi piglia i pomodori in cellophane all’ipermercato. E chi li prende dal contadino. Due attenzioni e sensibilità e approcci differenti, anche qui. Uno poco interessato: ecco l’equivalenza del prodotto, l’indifferenziazione. L’altro selettivo: ecco la ricerca della qualità.
La cultura infatti, evidentemente, è in ogni cosa: anche nel cibo.
Anche l’assenza di cultura può annidarsi in ogni cosa: in ogni cosa lacunosa e approssimativa, poco concentrata, colta distrattamente.
Le buone coltivazioni dimostrano che la qualità viene dalla scelta, e che la scelta determina una differenza nell’esito, nel livello della produzione, e che questa differenza è l’opposto di un’equivalenza. Infatti, le cose non sono tutte uguali, e si dispongono secondo una scala di valore, se si vuole guardarle bene.
E, a proposito di cibo e cultura possiamo dire: sono due alimenti formativi e nutrienti: se sono buoni.
Se si mangia male, infatti, si cresce deboli e storti. Se si è consapevoli delle differerenze invece, si sceglie cosa mangiare, e si cresce bene: forti e diritti.
La cultura della qualità (che è l’unica vera cultura), è dunque la capacità di veder le differenze, e di scegliere per il meglio, costruendo così una coscienza critica, che è uno strumento evoluto che aiuta l’uomo a comprendere il mondo, e ad migliorarvi la propria posizione.
Continuiamo: come fa una persona a capire e ad apprezzare un libro, se non ne ha mai letti? Non può capirlo, a meno che non sia un libro senza pretese d’intelligenza, d’approfondimento: dev’essere un libro che non scava. Ma se un libro non scava, e rimane in superficie, è un libro inutile (o è un banale diversivo qualsiasi, uno sterile trastullo per gente poco impegnata).
Anche qui: un libro può essere una gemma, o un libraccio. Non è questione di gusto personale, ma di serietà nella preparazione, e nell’approccio. Naturalmente, una persona è libera di leggere un libro da quattro soldi, le librerie ne son piene, devono vendere anche quelli.
Ma parlare di letteratura con quella persona che legge a casaccio, sarà impossibile, perché quella persona non avrà nulla di essenziale da dire, dato che non ha avuto attenzione nell’ascolto. Quella persona si sarà accontentata.
Come fa allora una persona a valutare un’opera d’arte, se non è interessata a studiare l’arte?
La preparazione culturale, e intellettuale, è qualcosa di prodigioso. Uno strumento evoluto, accrescitivo, di cui l’uomo si dota, se lo vuole, e che contribuisce potentemente a differenziarlo dalla scimmia, ed a crescerlo nella propria consapevolezza.
Può una persona che non si interessa all’arte entrare in una mostra e dire: quello mi piace, quello non mi piace?
No, non può. Se non si ha un criterio di valutazione, non si può valutare. Si parla a caso, come al bar.
Facciamo un altro esempio semplice: può una persona che non ha studiato la matematica, di fronte a un’equazione di secondo grado, dire: la matematica è brutta?
No, non può, se non è un poverello che parla a caso, o un bambinetto. Il bambinetto può dire: “mi fa schifo la matematica”, senza però capire quel che dice, mentre lo dice. Al bimbetto bisogna insegnare qualcosa. Ad anche l’adulto che voglia crescere ancora, può imparare ancora: sempre.
Cos’è una mostra di Dolomiti Contemporanee?
Una mostra, abbiamo detto, può esser qualsiasi cosa, buona o cattiva. Dolomiti Contemporanee fa buone mostre, perché compie una selezione accurata dei contenuti, e degli artisti, in un contesto internazionale.
L’arte, in DC, è precisamente sé stessa: una pratica esplorativa della cultura, che indaga il mondo, e lo restituisce, arricchito dallo sguardo intelligente dell’artista. In tal modo, le cose non vengono semplicemente descritte, ma “aumentate”, ristorate, analizzate criticamente, attrezzate plasticamente. L’arte costruisce un vastissimo sistema di rimandi, che interessano a chi è curioso culturalmente, e annoiano chi già si annoia, chi è seduto e fermo (nello spirito, nel cervello).
L’arte è una delle porte della conoscenza, dell’espressione, della costruzione. Chi non ne è attratto, rinuncia ad un nutrimento straordinario, e ad un’occasione di arricchimento.
L’arte poi (anzi: simultaneamente), in DC, è anche un’altra cosa. E’ una delle tecniche che adottiamo per intavolare la nostra riflessione culturale, che riguarda i siti-risorsa, di cui il territorio è trapunto.
Come è noto, DC attiva piattaforme di rigenerazione complesse, e strategie di rete, con l’obiettivo di trovare una nuova identità, e nuove destinazioni d’uso, temporeanee o permanenti, per le strutture stesse.
Scegliamo infatti strutture ad alto potenziale, che però sono oggi del tutto inutilizzate, o solo parzialmente funzionanti, o in fase di teorico riavviamento, o che necessitano di un’idea nuova, per tornare a vivere, e a funzionare, portando uno spunto positivo al proprio territorio, rispetto al quale costituiscono al tempo stesso un problema irrisolto e una risorsa potenziale.
Il Forte di Monte Ricco è uno di questi siti, al quale lavoriamo, con una strategia culturale di rilancio, dal 2017.
E’ evidente che non basta restaurare una struttura, per renderla capace di funzionare.
La struttura funzionerà se chi l’affronta saprà dotarsi di una strategia corretta, rispetto all’identità del Bene, al suo potenziale, alle necessità del territorio, alla costruzione di un progetto aperto che inserisca la struttura stessa in un meccanismo virtuoso.
Occorre chiarezza di visione, per riuscirci. Occorre un’idea buona, molta cooperazione a tutti i livelli (interno ed esterno, locale e globale, territoriale e extraterritoriale), molta determinazione nel perseguire l’obbiettivo, la capacità di attrezzare reti vaste ed estroverse.
Spesso, le strutture non vengono rilanciate correttamente, e le strategie (quelle approssimative) falliscono.
Altre volte, le strategie sono sbagliate, quindi le strutture ripartono, ma poi si fermano ancora, e in quel momento si scopre che la strategia era miope, che mancava l’idea, che bisognava compiere altre scelte, avere una visione, il coraggio di una visione non banale.
In quei due casi, è il territorio a perdere, non la struttura.
La struttura, e il suo utilizzo, sono un’opportunità per il territorio, non per la struttura in sè.
Per questo non bisogna mai ragionare in termini di “scatole restaurate, vuote, da riempire” e di “contenuti da metterci dentro”. Questa visione, della scatola e dei contenuti, è puerile. E’ la visione che talvolta hanno un Sindaco o un Assessore o un cittadino che non sanno intendere la Cultura per ciò che essa è: un elemento fluido, che connette propulsivamante i punti di forza, e non il Capitolo schematico d’un Bilancio.
Una mostra di DC è dunque una parte di una strategia complessa. Nell’ambito della strategie culturali, DC dice qualcosa in Italia dal 2011, a livello operativo, culturale, scientifico. La nostra credibilità è alta, perché il lavoro che facciamo ogni giorno è attento, dunque buono. Basta guardarlo (come basta leggere il buon libro), per capirlo.
Ammesso che si possiedano le capacità per vederlo. Infatti, guardare non è ancora vedere.
Quali capacità sono richieste? L’abbiamo detto: disposizione e determinazione nell’ascolto; curiosità culturale; elasticità mentale; sensibilità critica; un’intenzione pubblica responsabile di far bene per il territorio, che è cosa diametralmente opposta alle ambizioni personali. Gli occhi aperti.
Cos’è una Residenza?
La Residenza è l’Istituto principale su cui si basa la pratica di DC. La Residenza non equivale a un letto e ad una cucina. E’ la volontà, e la capacità, di portare persone e soggetti dall’esterno sul territorio al suo interno, in modo tale che essi lo possano conoscere ed esplorare. Le Residenze DC ospitano, ogni anno, centinaia di artisti, architetti, designer, filosofi, antropologi, scienziati, paesaggisti, alpinisti, ecologi, economisti, e via dicendo.
Queste persone sono diverse tra loro: intellettuali affermati, sperimentatori creativi, giovani artisti, professionisti della cultura e della scienza, esperti di montagna, ricercatori universitari, curatori e collezionisti.
In Residenza essi si conoscono, si mescolano. Tutti sono motivati rispetto all’obbiettivo della rigenerazione culturale di un Bene sepolto, che intendono nel suo valore reale.
A Pieve di Cadore, nel 2017, la Fondazione Centro Studi Tiziano Tiziano e Cadore ha deciso di attivare e sostenere una Residenza, all’interno della Casa del Volontariato e della Montagna.
La Residenza è servita, lo scorso anno, ad ospitare gli artisti che hanno lavorato a Pieve di Cadore per costruire Fuocopaesaggio, la prima mostra collettiva pensata da DC per il Forte di Monte Ricco.
Altri giovani, musicisti e convegnisti, ospiti della Fondazione duranti gli eventi estivi che essa promuove, sono stati alloggiati in questa casa, che è dotata di una cucina.
Anche quest’anno, la Residenza è operativa. Gli artisti di Brain-tooling continuano a usufruire di questa ospitalità. In tal modo, passando un periodo a Pieve di Cadore, conoscono le persone e le cose. Conoscono le Dolomiti e le Marmarole (gli diamo sempre una mappa del nostro partner Tabacco). Conoscono le persone (una ventina le ditte e aziende che ci aiutano a realizzare le opere). Frequentano i locali. Conoscono i cibi, le ricette, le piante e gli alimenti del Cadore. Stabiliscono rapporti con gli enti. Visitano le Chiese e i Musei. Imparano ad arrampicare. Conoscono i luoghi natali di Tiziano Vecellio. Conoscono e frequentano Batteria Castello, il secondo Forte del colle di Monte Ricco, che un giorno sarebbe bello veder restaurato, per trarne magari una foresteria, ripristinando le officine di Romano Tabacchi, per poter cuocere ancora le ceramiche, e fare il lavoro fabbrile. Con un bar: che tutti vogliono salire al colle, ma non ci possono rimanere, e un bar in Batteria sarebbe straordinario, e funzionerebbe senza dubbio.
Molte delle opere realizzate per questa mostra, sono state create grazie alla Residenza. Gli artisti sono italiani, sloveni, coreani. Hanno gli studi e le Gallerie in Italia, in Germania, in Belgio, negli Stati Uniti d’America, e via.
Tutti artisti bravi, la cui ricerca e qualità sono note in Italia a chi s’occupa d’arte, selezionati avvedutamente dai curatori. Stanno lavorando nel paese di Pieve, nel territorio, e dentro al Forte. Da un mese circa, avvicendandosi in residenza, installano, dipingono, fanno interviste, coinvolgono persone, realizzano video e film, di giorno e di notte, direttamente nel Forte, che è un dunque cantiere dell’arte, cioè dell’esplosione plastica dell’idea. Poi vanno a Lagole, e fanno il bagno tra i lucci del Lago di Centro Cadore, e conoscono Col Vaccher, ed esplorano tutto, riposando poco e lavorando molto, e le loro visioni e impressioni e idee si fissano sui medium artistici, e il 30 giugno potremo veder tutti gli esiti di questa ricerca accurata, che ha visto gli artisti immergersi nel territorio e farlo lavorare, stabilendo relazioni molteplici con esso.
Perchè una mostra d’arte contemporanea non è una rassegna di oggetti immobili in una serie di sale vuote da riempire.
E’ invece un dispositivo relazionale, come abbiamo detto, un insieme di rapporti di senso e di relazioni coltivate, che porta sul territorio gli sguardi dell’artista-coltivatore, arricchendolo di una serie di connessioni di senso nuove, che indagano le cose che ci sono con uno sguardo profondo e franco.
L’arte non serve a riempire il Forte, le sue pareti. L’arte non ha una funzione decorativa. La sua funzione è strutturale, come sempre accade per le manifestazioni dello spirito, dell’ingegno, della creatività dell’uomo che esplora, che cerca, che discute e intavola sul valore di cose ed esperienze.
Vi invitiamo tutti dunque, sabato 30 giugno, a venire a scoprire il mondo di Brain-tooling e di Tiziano Contemporaneo, che è un mondo reale, carico, pieno. In cui la mente (degli artisti) ha arrampicato lo Spazio di Pieve di Cadore, attrezzando un’altra parete della cultura, una parete nella quale troverete vie classiche e sportive, vie lunghe e tiri duri secchi, bouldering e free-solo. Perchè DC è una pratica d’arrampicata e alpinismo culturale, che scala l’ambiente e il Paesaggio, trasformandolo, ogni giorro, in sé stesso, e vivificandone la luce, nell’impegno della ricerca, nella forza dell’idea, che è la manifestazione della concretezza dell’immaginazione e dello spirito.
Gianluca D’Incà Levis
Prima uscita sui colli trevigiani e vittoriesi per il nuovo gruppo ciclistico fondato dalla Consulta Giovani Alpago
Prima attività proposta dal neonato gruppo di ciclismo Cga Cycling Club fondato dalla Consulta Giovani Alpago. Domenica 1 luglio è in programma un’uscita tra i colli dell’Alta Trevigiana e il Vittoriese. La partenza è prevista alle 8.30 dalla palestra comunale di Farra. Sono 60 i km di percorrenza, per un tempo calcolato di 3 ore e un dislivello di 830 m. Percorso: Farra, La Secca, Fadalto, Vittorio Veneto, San Lorenzo, Tarzo, Revine, Fadalto e ritorno a Farra. Si tratta di un tracciato vallonato tra i paesi della pedemontana trevigiana con la salita di San Lorenzo come parte centrale del percorso (4,4 km con pendenza di media difficoltà del 6%). Lunga discesa poi verso Tarzo e Revine con l’ascesa finale al Fadalto (13 km per 2,6% di pendenza media). “Sarà un’occasione per iniziare a creare un gruppo coeso e affiatato di appassionati delle due ruote”, hanno spiegato i ragazzi della Cga che per iscrizioni e informazioni rimandano alla loro pagina e alla brochure dell’iniziativa. “Il Cga Cycling Club è nato dall’intenzione di formare un gruppo di appassionati delle due ruote con obiettivi comuni: divertimento, unione, voglia di pedalare, di migliorarsi, crescere assieme e trasmettere la passione per la bici. Con questo nuovo progetto vogliamo contribuire a far crescere il movimento sportivo promuovendo l’attività ciclistica con spirito di divertimento, senza alcuna attività di tipo agonistico”, chiariscono, “non è stata creata alcuna società o squadra di qualsiasi tipo, poiché non rientra tra i nostri obiettivi. Esiste solo la valorizzazione di iniziative a scopo benefico e dei rapporti sociali tra le persone e in particolare tra i giovani. Le attività del nostro gruppo comprendono quindi uscite di ciclismo su strada e mtb su percorsi che variano di intensità e difficoltà. Tutto ciò sarà gestito attraverso un semplice gruppo creato nei social (whatsapp) dove saranno programmate uscite derivanti dalle idee di ognuno. L’ adesione al club è aperta a tutti e non potrebbe essere altrimenti per un gruppo organizzato da un ente di volontariato come il nostro”. Per chi volesse contribuire alla crescita delle attività e della Consulta è stata stampata una tessera socio, dal valore puramente simbolico e non rilasciata da alcun ente di promozione sportiva, che riconosce semplicemente la partecipazione alla attività, disponibile presso la sede della Cga assieme a una speciale divisa griffata con il logo della consulta e realizzata grazie a degli sponsor locali. Ogni ciclista insomma è il benvenuto e pure tutti coloro che desiderano partecipare alle attività anche senza associarsi al club. I percorsi verranno tutti pubblicati e saranno consultabili sui profili social della Cga. Ezio Franceschini
Muore dopo l’esplosione del cellulare nel suo letto. Lo smartphone era sotto carica come in altri casi successi in Cina, Corea del Nord, Nepal e Brasile
La notizia shock arriva dalla Malesia. Un uomo di 45 anni, malese è morto a causa di un incendio scoppiato nella sua camera da letto a metà giugno.
Secondo i media, l’uomo in questione si sarebbe addormentato col il smartphone in carica sotto il cuscino quando ad un tratto, il cellulare è letteralmente esploso, facendo scoppiare l’incendio che ha provocato il tragico incidente. Il cognato del defunto ha commentato l’incidente sui social media, così come riportato da ” The Malaysian Insight “: secondo lui, il quarantacinquenne aveva con se i suoi due smartphone, un dispositivo Huawei e uno Blackberry, in carica durante la notte. Uno si è surriscaldato ed esploso, provocando un trauma alla testa dell’uomo, ha raccontato. L’inchiesta è ancora in corso. Secondo le autorità locali, il quarantacinquenne potrebbe anche essere morto per avvelenamento da fumo che si sono sviluppati durante l’incendio. L’esplosione gli ha causato gravi ferite ed ustioni. L’uomo era il capo di una compagnia di investitori malesi. Lascia la moglie e quattro bambini.
Nel post sui social media, suo cognato ha commentato l’incidente con un monito:”Lasciare il cellulare in carica sotto il cuscino è una pratica che molti usano spesso. Moltissime persone si addormentano con il cellulare in carica vicino, ma sarebbe meglio non farlo”. L’incidente, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è accaduto mentre la batteria era in carica, caratteristica che sembra accomunare gli altri incidenti del genere avvenuti in in Cina a Shenzen, in Corea del Nord, in Nepal e in Brasile. Ora si attendono dichiarazioni ufficiali da parte delle aziende produttrici i due smartphone.
Jumping si lancia dalla Cima della Busazza e perde la vita
Agordo, 24 giugno 2018 – Si chiama Haggarty Robert Noman, 47enne inglese, l’uomo che si è schiantato con la sua tuta alare dalla Cima della Busazza nel Gruppo della Civetta, perdendo la vita. Il jumping era a alloggiato al Rifugio Monti Pallidi di Canazei con una comitiva di 25 persone tutti jumping.
Poco prima delle 11 la Centrale operativa del 118 ha ricevuto la chiamata di due testimoni, un escursionista e un alpinista, che avevano visto un uomo lanciarsi con la tuta alare e precipitare sulla Busazza. L’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore è quindi decollata nella direzione indicata e poco dopo ha individuato il base jumper a una quota di 2.700 metri circa. L’uomo era stato elitrasportato con i compagni in vetta alla Cima della Busazza. Da lì si era lanciato con la tuta alare a destra dello spigolo, poi aveva aperto il paracadute e, per motivi al vaglio, era finito contro la parete poco più sotto. L’eliambulanza ha lasciato su una cengia il tecnico di elisoccorso – abbastanza distante per non causare spostamenti della vela con il rotore – per poi andare a imbarcare due tecnici del Soccorso alpino di Agordo, sbarcati di seguito assieme a lui in supporto alle operazioni. I tre soccorritori hanno attrezzato tutto il percorso per portarsi sulla verticale e raggiungere l’uomo privo di vita. Hanno assicurato il paracadute e ricomposto la salma. Poiché le nubi si sono richiuse impedendo l’avvicinamento, la squadra ha calato la barella per una cinquantina di metri in una cengia sottostante, dove l’elicottero ha potuto recuperala con un verricello di 20 metri, trasportarla a Capanna Trieste e affidarla al carro funebre e ai carabinieri.